[...] L'inversione copernicana di Fedro del rapporto tra Qualità e mondo oggettivo potrebbe sembrare astruso se non la si spiegasse con cura, ma lui non aveva nessuna intenzione di essere astruso. Intendeva dire semplicemente che, nell'attimo della discriminazione, prima di poter distinguere un oggetto deve esserci una sorta di consapevolezza non intellettuale che definì consapevolezza della Qualità. Si può essere consapevoli di aver visto un albero solo dopo averlo visto, e tra l'istante della visione e quello della consapevolezza deve esserci un intervallo di tempo, a cui talvolta viene attribuita scarsa importanza. Ma nulla giustifica un atteggiamento del genere.Fedro capì che gli intellettuali sono quelli che fanno più fatica a vederla, proprio perchè non esitano un attimo a rinchiudere tutto in forme intellettuali. Chi fa meno fatica sono i bambini piccoli e la gente incolta. Ecco perchè, pensò Fedro, la squareness è una malattia così tipicamente intellettuale.
[...] Di solito gli square, diceva, a causa dei loro pregiudizi, danno poca importanza alla Qualità, cioè alla realtà preintellettuale; la ritengono un semplice periodo di transizione privo di accadimenti tra la realtà oggettiva e la sua percezione soggettiva. Non cercano neanche di scoprire se non sia per caso diversa dalla concezione intellettuale che ne hanno loro.
Invece è proprio diversa. [...]
[Tratto da: "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di Robert M. Pirsig]


