domenica, novembre 11, 2007

Consumismo o follia?


Dopo l'inaugurazione del centro commerciale ad Empoli dove si sono verificati bivacchi notturni in attesa dell'apertura dei cancelli, con tanto di ressa e feriti per accaparrarsi televisori venduti ad un euro al pollice (offerta che poi si è rivelata inesistente), si è verificato un altro fatto di cronaca che fa pensare.

Leggi l'articolo.

domenica, novembre 04, 2007

L'incipit


«Io sono fatto di acqua. Non ve ne potete accorgere perchè faccio in modo che non esca fuori. Anche i miei amici sono fatti di acqua. Tutti quanti. Il nostro problema è che non solo dobbiamo andarcene in giro senza essere assorbiti dal terreno ma, anche, che dobbiamo guadagnarci da vivere.»

[Confessioni di un'artista di merda - Philip K. Dick]

venerdì, novembre 02, 2007

domenica, ottobre 28, 2007

L'articolo 7 della Levi-Prodi

L'arzillo vecchietto Levi non molla. Ha infatti modificato l'articolo 7 della Levi-Prodi con un comma aggiuntivo invece di cancellare l'articolo. Ecco il comma:
"Sono esclusi dall'obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro".
Cosa si intende per organizzazione imprenditoriale del lavoro? Chi propone pubblicità dal suo sito, come ad esempio Google AdSense, ricade in questo caso? Chi vende un prodotto on line è un imprenditore del lavoro?
Levi cancella questo c...o di articolo 7 e non se ne parli più. Basta con le prese per il culo.
Il mondo ride di noi. Il Times in un articolo dal titolo: "Assalto geriatrico ai bloggers italiani" ci definisce come: "una nazione di legislatori ottuagenari eletti da settantenni, i pensionati".
No all'articolo 7, libertà per la Rete. Non molliamo!

[Tratto dal blog di Beppe Grillo]

Firma la petizione contro il DDL Levi-Prodi

giovedì, ottobre 25, 2007

Dafank goes to Springfield








































lunedì, ottobre 22, 2007

Ddl editoria, Gentiloni ammette "Un errore la registrazione dei siti"

Il ministro delle Comunicazioni riconosce sul suo blog che la norma va cambiata"L'allarme è giustificato. Avrei dovuto controllare il testo parola per parola"

ROMA - "Un errore da correggere". Con queste parole Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni, ammette sul suo blog che è giustificato l'allarme suscitato dalla norma sulla registrazione dei siti internet inserita nel disegno di legge di riforma dell'editoria proposto da palazzo Chigi. Una presa di posizione che segue le assicurazioni date ieri dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Levi sul fatto che l'esecutivo non intende in alcun modo censurare internet.
"L'allarme lanciato da Beppe Grillo e ripreso da molti commenti al mio blog è giustificato", scrive Gentiloni, aggiungendo che la correzione è necessaria perché la norma in questione "non è chiara e lascia spazio a interpretazioni assurde e restrittive".
Il ministro riconosce poi, come ha fatto anche il titolare delle Infrastrutture Antonio Di Pietro nel suo blog, la propria fetta di responsabilità nell'accaduto "per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri". Il disegno di legge è stato approvato la settimana scorsa dal governo e già nei prossimi giorni dovrebbe essere preso in esame alla Camera.
"Pensavo - prosegue Gentiloni - che la nuova legge sull'editoria confermasse semplicemente le norme esistenti, che da sei anni prevedono sì una registrazione ma soltanto per un ristretto numero di testate giornalistiche on line, caratterizzate da periodicità, per avere accesso ai contributi della legge sull'editoria".
Per il ministro delle Comunicazioni, dunque, "va bene applicare anche ai giornali on line le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog. Ho sempre sostenuto questa tesi, sia in Parlamento che nei dibattiti pubblici, anche martedì scorso, rispondendo a una domanda del verde Fiorello Cortiana (in occasione del Festival Eurovisioni di Roma, ndr). Il testo, invece, è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l'attività di molti siti e blog". In definitiva, "meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato. Riconosciuto l'errore, si tratta ora di correggerlo. E sono convinto che sarà lo stesso sottosegretario alla Presidenza Levi a volerlo fare".

[La Repubblica.it, 20 ottobre 2007]

sabato, ottobre 20, 2007

La legge Levi-Prodi e la fine della Rete

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.

[Tratto dal blog di Beppe Grillo]

mercoledì, ottobre 17, 2007

Philip K. Dick: Genio e Follia.


«La realtà è quella cosa che quando smetti di crederci non svanisce. »
[Philip Kindred Dick - 16 Dicembre 1928 / 2 Febbraio 1982]



Attualmente sono due i film che prendono spunto da i racconti del visionario scrittore di fantascienza Philip Kindred Dick, il padre di romanzi come Ma gli androidi sognano le pecore elettriche (più noto come blade runner o cacciatore di androidi), L’uomo nell’alto castello (the man in the high Castle, noto anche come La svastica sul sole), un oscuro scrutare (a scanner darkly) e altri capolavori.
Il primo è Next, tratto dal racconto The golden man interpretato da Nicolas Cage e Jessica Biel e diretto da John Woo.

Il secondo (come afferma Fanucci nell’intervista che potete ascoltare ciccando sul link riportato sotto questo articolo), sarà un famoso quanto misterioso regista a firmarlo, che ha acquistato i diritti del romanzo di fantascienza Ubik per farne una trasposizione cinematografica.

Due sono anche le biografie: Quella di Bill Pullman, che interpreterà una pellicola sull’autore, e più precisamente un film che racconterà quello che passava dalla sua fervida e visionaria mente, in bilico tra genio e follia, droga e dissociazione, quando Dick era ancora in vita.

E quella di Paul Giamatti, che produrrà e interpreterà il film con la sua nuova casa di produzione Touchy Feely in collaborazione con la fondazione Philip K. Dick Estate (attraverso la casa di produzione interna Electric Sheep), con uno sviluppo più classico rispetto al film interpretato da Pullman.

Nonostante Dick sia stato definito autore di romanzi fantascientifici, questa definizione va a lui stretta. Egli infatti usa il futuro, la tecnologia, e tutti quegli artefici appartenenti a tal genere per indagare nel profondo dell’essere umano, della teologia, della metafisica, della politica e la psiche.

Le domande che spesso ricorrono nei suoi scritti sono: Cosa è umano? Cosa è reale?

E sempre scopriamo che niente è reale, che non esiste una realtà, ma un multiverso di infinite realtà ognuna vera quanto l’altra dove l’umanità non si trova mai dove ci si aspetta, ma sempre dove in teoria non dovrebbe trovarsi. L’uomo descritto da Dick è in eterna contraddizione e lotta con se stesso, l’antieroe per antonomasia (con qualche rara situazionale eccezione), mai completamente buono, né totalmente malvagio, che spesso si muove lungo il confine sottile tra normalità e follia.

L’uomo protagonista dei racconti di Philip K. Dick si muove in un mondo negativo, in un futuro spesso distopico, che si sfalda sotto gli occhi dello sbalordito lettore, oltre che a quelli del protagonista che vive in prima persona questa apocalittica entropia che si muove dal suo interno per avvolgere tutto ciò che gli sta attorno.

Il cinema, invece, tende alla spettacolarizzazione delle immagini in stile holliwoodiano (come nel pessimo Paychek interpretato da Ben Affleck e Uma Thurman tratto da I labirinti della memoria o dal brutto Minority report di Spielberg), facendo delle peripezie dei protagonisti e degli effetti speciali la colonna portante del film, a scapito dello spessore dei personaggi, alle prese con il loro mondo interiore e delle tematiche tanto care al nostro Dick.

Due sono le eccezioni che mi sento di fare: Il bellissimo Blade runner di Ridley Scott, tratto da Ma gli androidi sognano le pecore elettriche?, che nonostante le sostanziali differenze della sceneggiatura rispetto alla trama del romanzo, riesce a mantenere le atmosfere e il significato dell'opera originale.

Seconda eccezione va fatta per il fedelissimo A scanner Darkly (Un oscuro scrutare, tratto dal romanzo omonimo) di Richard Linklater con Keanu Reeves, Winona Rider e Robert Downey Jr. girato e poi rielaborato con la tecnica Rotoscope.

Nell’attesa che gli ultimi riadattamenti cinematografici escano nelle sale, possiamo leggere la maggior parte delle opere che la casa editrice Fanucci ha ristampato per il venticinquesimo anniversario dalla morte del famoso scrittore.



Ascolta la puntata di “La storia in giallo” dedicata a Philip K. Dick andata in onda su radio 3 il 13.10.2007



«Quel che mi importa è scrivere, l'atto di produzione del romanzo, perchè mentre lo sto compiendo, in quel momento particolare, vivo davvero nel mondo di cui sto scrivendo. Diventa assolutamente reale, per me. Poi, quando ho finito e devo fermarmi, ritirarmi da quel mondo per sempre, sto malissimo.»
(Philip K. Dick)

Bibliografia http://www.geocities.com/fictionpub/autori/dickbib.htm
Sito ufficiale http://www.philipkdick.com/
Fan site http://www.pkdickbooks.com/

martedì, ottobre 16, 2007

Psicologia: le regole per gestire i diverbi


Meglio «aiutare» l’interlocutore nervoso

Un esperto di comunicazione illustra le sette regole per uscire indenni da un diverbio, evitando di trascendere in lite

WASHINGTON - Il vostro prossimo è nervoso? Colleghi, amici, conviventi, vigili urbani e parenti possono guastare le giornate anche del buon Samaritano, per questo secondo Sartre “l’inferno è l’altro” (inteso appunto come il prossimo), per uscire vivi e possibilmente senza troppi danni da una conversazione che si fa troppo accesa, un guru della comunicazione ha stilato i suoi personali comandamenti.

Si tratta di Stephen J. Hopson, già broker a Wall Street che dall’anno scorso si è trasformato in un motivational speaker, una sorta di motivatore della comunicazione interpersonale. In base alla sua inveterata esperienza a trattare soprattutto con gli uomini d’affari incravattati e, spesso, sull’orlo di una crisi di nervi, Hopson propone sette semplici regole cui attenersi in caso di imminente litigio.

LE 7 REGOLE:

1. Restate calmi: regola d’oro in quasi tutte le situazioni, secondo Hopson quando il diverbio è in atto meglio tacere e lasciare sfogare l’arrabbiato.

2. Lasciate che l’altro conduca la conversazione: premessa al primo punto, se l’altro gestisce la conversazione sarà più facile tacere durante lo sfogo. Nella maggior parte dei casi l’interlocutore disputante ha solo voglia di sfogarsi un po’ e di essere ascoltato.

3. Tenete in considerazione il punto di vista altrui: altrimenti state parlando da soli.

4. Riconoscete le ragioni dell’interlocutore: altrimenti state di nuovo parlando da soli, oppure siete passati dalla parte dell’interlocutore arrabbiato. Hopson consiglia la seguente formula per dichiarare all’altro la vostra attenzione: «Sì, sì, capisco quello che intendi».

5. Se gli insulti sono sulla punta della lingua, andatevene: quando butta proprio male, fate presente che l’ira è cattiva consigliera e cambiate momentaneamente aria.

6. Se siete in errore ammettetelo: facile a dirsi, quando accade l’interlocutore probabilmente vi amerà per il resto della vita.

7. Usate l’immaginazione: se proprio non potete calmare, blandire, coccolare e scappare, usate l’immaginazione e trasformate il tiranno che vi sta innanzi in un orco buono, in un personaggio delle favole, con una psicologia semplice e burbera. Sarà più facile tollerare l’attacco e uscirne indenni.
Chissà cosa ne penserebbe Sartre.

Gabriele De Palma
28 settembre 2007

[Tratto dal Corriere.it]


giovedì, ottobre 11, 2007

IAT (Implicit Association Test) e Autostima

Che cosa è lo IAT? L’Implicit Association Test (IAT) è uno strumento che è stato sviluppato da Tony Greenwald e dai suoi collaboratori (Greenwald, McGhee e Schwartz, 1998) per studiare la forza dei legami associativi tra concetti rappresentati in memoria.
Per esempio, lo IAT può essere efficacemente utilizzato per rispondere alla domanda: il concetto di sé (ossia la rappresentazione che le persone hanno di se stesse) è associato maggiormente al concetto di ‘positività’ o a quello di ‘negatività’?
Questo strumento ha avuto ed ha un successo enorme nella ricerca psicologica. E’ importante evidenziare che non si tratta di un singolo test standardizzato, ma di unformato procedurale’ (Lane, Banaji, Nosek e Greenwald, 2007). In altre parole lo IAT è una procedura, utilizzabile per indagare diversi tipi di concetti psicologici. Sebbene le applicazioni iniziali di questo strumento riguardassero soprattutto l’indagine del pregiudizio, il suo uso è stato esteso successivamente anche all’indagine degli stereotipi, dell’identificazione sociale, degli atteggiamenti verso il cibo e esistono applicazioni nell’ambito clinico, per esempio nello studio delle fobie.
E' possibile eseguire il test dal sito-Laboratorio web di Cognizione sociale gestito da Cristina Zogmaister dell'Università di Padova.
Le informazioni raccolte verranno trattate in maniera anonima per scopi di ricerca e non verranno mai divulgate in nessun modo.

Clicca qui per ulteriori informazioni sullo IAT.
Clicca qui per svolgere il test. (per il test è necessario scaricare il plug-in del software inquisit dal link presente nella pagina sia per firefox che per Explorer)



martedì, ottobre 02, 2007

Blow up the outside world - Soundgarden



Nothing seems to kill me no matter how hard I try
Nothing is closing my eyes
Nothing can beat me down for your pain or delight
And nothing seems to break me
No matter how hard I fall nothing can break me at all
Not one for giving up though not invincible I know

Ive givin everything I need
Id give you everything I own
Id give in if it could at least be ours alone
Ive given everything I could
To blow it to hell and gone
Burrow down in and
Blow up the outside world

Someone tried to tell me something
Dont let the world get you down
Nothing will do me in before I do myself
So save it for your own and the ones you can help

Want to make it understood
Wanting though I never would
Trying though I know its wrong
Blowing it to hell and gone
Wishing though I never could
Blow up the outside world

venerdì, settembre 28, 2007

L'uomo che ruba la vita degli altri

Come Zelig, si immedesima in chi gli sta davanti
Leonard Zelig esiste davvero. Il camaleontico protagonista del film cult di Woody Allen, nella realtà, ha le sembianze di A.D., napoletano, 65 anni, con una carriera da professionista bruscamente (e drammaticamente) interrotta da un disturbo comportamentale che non ha precedenti nel suo genere: si trasforma nel suo interlocutore, è medico quando ha a che fare con un medico, diventa un esperto di cocktail se si trova di fronte a un barman, è un cuoco provetto se entra in una cucina. La sua storia è raccontata dalla rivista medica inglese «Neurocase», che ha pubblicato uno studio di tre psicologi della casa di cura «Villa Camaldoli» di Napoli: Giovannina Conchiglia, Gennaro Della Rocca e Dario Grossi. Sono loro che studiano il caso di A.D., vittima due anni fa di un arresto cardiaco che ha provocato un’ipossia cerebrale con danni al lobo fronto-temporale. Una patologia grave, che può provocare disturbi della memoria e del comportamento. Ma che A.D. fosse colpito dalla «sindrome di Zelig», questo i medici proprio non se l’aspettavano.

«Abbiamo trattato molti casi di pazienti che imitano i gesti dei loro interlocutori, o che tendono a usare tutti gli oggetti che hanno davanti: si chiama sindrome da dipendenza a m b i e n t a l e » , spiega la dottoressa Conchiglia. Ma l’immersione di A.D. nel contesto in cui di volta in volta si trova è pressoché totale. Gli psicologi hanno eseguito una serie di test dai risultati sorprendenti. Lo hanno portato in un bar, e lui si è trasformato in barman. A chi gli chiedeva come si preparasse un determinato cocktail, ha risposto di essere ancora in prova: «Sono qui da due settimane, spero di avere il posto fisso». In cucina era un cuoco provetto: «Sono uno chef specializzato in menu per diabetici», ha spiegato senza un’ombra di esitazione, assolutamente immedesimato nella sua nuova identità. L’unico ruolo in cui non si è calato è stato, chissà perché, quello di addetto alla lavanderia della casa di cura. Ma per il resto, A.D. ha «rubato» il mestiere a tutte le persone che aveva davanti.

Psicologo fra gli psicologi, cardiologo fra i cardiologi, ha cercato anche di usare un linguaggio appropriato all’occasione. «Gli abbiamo fatto delle domande-trabocchetto a cui ha risposto con frasi passe-partout - racconta la dottoressa Conchiglia -. Al cardiologo che gli ha chiesto a quale patologia corrispondesse una determinata anomalia del battito cardiaco, ha replicato in modo generico ma più appropriato possibile. Ha detto: la domanda è troppo complessa, dipende da paziente a paziente ». Da perfetto «Zelig», A.D. usa inconsciamente una formidabile arma di difesa contro il suo involontario trasformismo: cancella totalmente dalla memoria la «parte» che ha appena sostenuto quando si tratta di sceglierne un’altra. Quando è un medico non è mai stato un barman o un libero professionista, nè sa dire nulla di quando sosteneva di saper cucinare alla perfezione. Ma sarebbe sbagliato dire che, durante i suoi numerosi e repentini trasferimenti di identità, l’uomo-camaleonte annulli completamente se stesso. «Qualsiasi ruolo assuma, non perde mai il suo carattere e la sua personalità.

Quel che maggiormente colpisce, piuttosto, è la capacità di adattarsi ai contesti sociali più diversi in cui viene a trovarsi », spiega ancora Giovannina Conchiglia. A.D. è in cura da due anni. Probabilmente non guarirà mai, anche se le terapie in day hospital a cui è sottoposto hanno consentito un lieve miglioramento delle sue condizioni. Anche se le crisi sono meno frequenti, l’uomo- camaleonte non è certo in grado condurre un’esistenza normale. Naturalmente la sua autonomia è limitata: la moglie e i figli, che riconosce e di cui ricorda quasi sempre i nomi, non lo perdono di vista per un istante anche a causa delle crisi di amnesia che lo colpiscono all’improvviso. Non esce quasi mai, e quando lo fa non lo lasciano solo.

Il suo mondo è circoscritto dalle mura di casa e da quelle della clinica in cui si reca per tenere sotto controllo la malattia. Il caso di A.D. è talmente particolare da avere indotto una rivista prestigiosa come «Neurocase» a pubblicare la relazione dei tre psicologi che hanno in cura il paziente. «La sindrome da dipendenza ambientale è piuttosto frequente - conferma la dottoressa Conchiglia -. Ma che io sappia non è mai capitato che un disturbo comportamentale abbia queste caratteristiche ». Tranne che nella finzione cinematografica e nella fantasia di un genio come Woody Allen, naturalmente. Da oggi, insomma, sappiamo che Leonard Zelig c’è davvero, e vive fra noi.

[Fulvio Milone, la stampa.it]

domenica, settembre 16, 2007

sabato, settembre 15, 2007

Un oscuro scrutare

Che spreco, pensò, per una casa davvero tanto bella. Quante cose si sarebbero potute fare con una casa come quella. Una donna, dei bambini, insomma una famiglia avrebbe potuto viverci. Per questo era stata progettata con tre camere da letto. Che spreco; che cazzo di spreco! […]
Pagò il tassista, tirò fuori le chiavi di casa ed entrò.
Immediatamente sentì che qualcosa lo stava scrutando: le olocamere. Non appena ebbe varcata la soglia. Solo… Nessun altro eccetto lui in casa. Falso! Lui e le olocamere, insidiose e invisibili, che lo guardavano e registravano. Qualsiasi cosa facesse. Qualsiasi suono emettesse. […]
Quello che dovrei fare, pensò, per tirarmi fuori da tutto questo, sarebbe di vendere la casa; del resto se ne cade a pezzi. Ma… io amo questa casa. Non se ne parla nemmeno!
E’ la mia casa.
Nessuno mi porterà fuori di qui.
Per qualsiasi ragione loro vorrebbero o vogliono farlo.
Supponendo, in tutto questo, che ci siano dei ‘loro’.
Potrebbero essere soltanto una mia immaginazione, questi ‘loro’ che mi stanno osservando. Paranoia. E se non fosse piuttosto un ‘esso’? L’’esso’ spersonalizzato.
Qualsiasi cosa sia ciò che mi sta osservando non è umano.
Non secondo i miei parametri, almeno. Non qualcosa che io possa riconoscere come tale.
Per quanto stupido possa apparire tutto ciò è spaventoso.
Mi si sta facendo qualcosa, ed è una cosa a farmelo, qui, nella mia casa Proprio davanti ai miei occhi.E proprio davanti agli occhi di qualcosa; sotto lo sguardo di una qualche cosa. Una cosa che, diversamente dalla piccola Donna dagli occhi scuri, non batte mai le palpebre.
Che cosa vede una camera? Si chiese. Voglio dire, che cosa vede per davvero? E fin dove? Anche dentro la testa? Anche giù dentro il cuore? Può una passiva telecamera a luci infrarosse, come quelle in uso un tempo, o un’olocamera tridimensionale, del tipo che si usa oggi, l’ultimo tipo, vedere fin dentro di me, fin dentro di noi, in modo chiaro? O in modo confuso, oscuro? Io spero possa, pensò, vedere con chiarezza, perché io non riesco a vedermi dentro oramai. Io vedo solo tenebre. Tenebre tutt’intorno; tenebre dentro. Spero, per il bene di ciascuno, che le olocamere facciano meglio. Perché, pensò, se all’olocamera è dato solo un oscuro vedere, nel modo in cui a me è dato, allora nostra è la maledizione, e ancora siamo maledetti, come lo siamo sempre stati, e così saremo tutti spinti verso la morte conoscendo poco o nulla, e quel poco, e quel nulla, conoscendolo male.
Dalla piccola libreria del soggiorno trasse un volume a caso; venne fuori, scoprì Il libro illustrato del sesso. Lo aprì a una pagina qualsiasi e gli capitò quella che mostrava un uomo che mordicchiava felice la tetta destra d’una pollastrella, ripresa in atteggiamento sospiroso; poi, come se stesse leggendo a se stesso dal libro, scandì a voce alta, col tono di chi cita qualche grande testa d’uovo di filosofo antico:
- Ogni singolo uomo vede soltanto una piccola porzione della verità complessiva; e molto spesso, in realtà quasi…

Weh! Steck’ ich in dem Kerker noch?
Verfluchtes dumpfes Mauerloch,
Wo selbst das liebe Himmelslicht
Trűb durch gemalte Scheiben bricht!

Beschränkt mit diesem Bűcherhauf,
Den Wűrme nagen, Staub bedeckt,
Den bi sans hohe.
*

…sempre, egli deliberatamente s’inganna anche su questo piccolo prezioso frammento. Una parte di se stesso gli si rivolta contro e prende ad agire come se fosse un’altra persona, distruggendolo dall’interno. Un uomo all’interno di un altro uomo. Il che vuol dire nessun uomo del tutto. –
Annuendo, come se fosse rimasto commosso dalla saggezza di quelle parole che non erano nemmeno scritte sulla pagina, chiuse il grosso volume rilegato in rosso, con stampato in caratteri dorati il titolo Il libro illustrato del sesso, e lo rimise sullo scaffale. Spero che le olocamere non facciano una zoomata sulla copertina di questo libro, pensò, e mi mandino all’aria la beffa.

_______________________________

*Ahi, ancora nel carcere mi trovo?/ cupo, maledetto buco, / dove anche l’amata luce del cielo / torbida rompe tra lastre dipinte! / Costretto da questa massa di libri / che i vermi rodono, la polvere ricopre / fino alla cima.


[Brano tratto da "A scanner darkly" (un oscuro scrutare, scrutare nel buio) Philip K. Dick]

Io e Annie, Woody Allen

L'abbraccio

Le braccia che forti avvolgono il collo
energiche esprimono ciò che è proibito
ma non si controlla le pulsazioni e il sentimento.
E il tremito,
testimone di una coscienza combattuta
non accenna a scomparire.
Si ritrae piangente e vaga
e la dolcezza allora espressa è infinita
e m’è cara una sua carezza
che leggera si leva dalla mano.

sabato, settembre 08, 2007

Purple & Brown

mercoledì, settembre 05, 2007

I serotini sono più creativi?

Qualche tempo fa abbiamo parlato della cronotipia, ossia del continuum di schemi di sonno individuali che va dalle allodole estreme (i "mattutini"), che si addormentano al primo accenno di crepuscolo, ma che si svegliano prima dell'alba, ai gufi estremi ( i "serotini" ) che stanno svegli fino a tardi e si svegliano quando il sole è già alto.
Fra questi due estremi si colloca la maggiorparte delle persone che [...]

[Leggi l'articolo per intero]





Scopri se sei un serotino o un mattutino: compila il test.

[Articolo tratto da: Psicocafè]

martedì, settembre 04, 2007

lunedì, luglio 30, 2007

Aforisma del giorno



Fin qui sei giunto per scoprire
che quel che cerchi è già dentro di te.

[Aforisma Buddhista]

E' morto il regista Ingmar Bergman maestro del cinema dell'anima

STOCCOLMA - Il regista svedese Ingmar Bergman è morto. L'annuncio è stato dato dalla figlia, Eva, all'agenzia svedese TT. Si è spento serenamente nella sua casa sull'isola di Faaro, nel mar Baltico, all'età di 89 anni. Famoso per capolavori come Fanny e Alexander e Il Settimo Sigillo, aveva realizzato oltre 40 film nella sua lunga carriera ed era considerato una delle personalità più eminenti nel panorama cinematografico mondiale.
Nato a Uppsala, a nord di Stoccolma, il 14 luglio 1918, figlio di un pastore luterano della corte reale svedese, fu segnato dalla severa educazione religiosa. Studiò all'università a Stoccolma e si avvicinò alla regia dal teatro facendosi le ossa su Shakespeare e Strindberg.
Dal 1944 condusse una carriera parallela, teatrale e cinematografica, ottenendo fama internazionale con il cinema ma rimanendo legato in modo particolare al teatro. La sua prima pellicola, Crisi, è del 1945, ma il successo arrivò nel 1956 con Il settimo sigillo che ottenne diversi riconoscimenti oltre al premio speciale al Festival di Cannes. Arrivarono poi l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia per Il posto delle fragole (1957).
Successivamente Alle soglie della vita e Il volto gli valsero il premio per la miglior regia rispettivamente a Cannes e a Venezia, mentre nel 1960 La fontana della vergine gli fece ottenere il suo primo Oscar. Il nome di Bergman è legato anche a Sussurri e grida (1972), Scene da un matrimonio (1974) e Sinfonia d'autunno (1978).
Nel 1982, dopo quarant'anni di attività, Bergman decise di abbandonare improvvisamente il cinema, per dedicarsi al teatro e alla televisione. Fu quello l'anno del suo ultimo film per il grande schermo, Fanny e Alexander, nato originariamente per la televisione, e ispirato sontuosamente alla sua infanzia e alla sua passione per lo spettacolo. La pellicola vinse quattro Oscar, compreso quello per la regia, il terzo della carriera del maestro svedese.
Nel 2003 girò Sarabanda, il seguito di Scene da un matrimonio, e sul set disse: "Questo è il mio ultimo film". E stavolta lo fu veramente. Nel gennaio 2005 Bergman ricevette il Premio Federico Fellini per l'eccellenza cinematografica.
Dalla morte della sua ultima moglie Ingrid, nel 1995, Bergman viveva solo per gran parte dell'anno sull'isola di Faaro, in cui ha anche ambientato diversi suoi film.
Comandante della Legion d'onore, membro dell'Accademia delle lettere svedese, drammaturgo, Bergman ha sondato i rapporti fra uomo e donna in una luce spesso tragica, dominata dall'angoscia dell'esistenza. Ha rivelato molto della sua vita privata e professionale in una celebrata autobiografia, La Lanterna magica. Sposato cinque volte, Bergman lascia nove figli.

[Articolo tratto da Repubblica.it]

Scena tratta da "Il settimo sigillo" (1957)
Dialogo tra Antonius Bloch e la morte

sabato, luglio 28, 2007

Festival della Mente 2007















Sarzana (SP) - dal 31 agosto al 2 settembre 2007


Il Festival della Mente - il primo festival europeo dedicato ai processi creativi - è giunto alla sua quarta edizione (31 agosto - 2 settembre 2007).
Nella edizione 2006, il Festival della Mente ha registrato 28.000 presenze. Sono numeri importanti per un festival che - unico in Europa - ha scelto di esplorare la creatività nel suo complesso e in particolar modo i percorsi e i processi creativi, il modo in cui nascono le idee.
Il programma della quarta edizione prevede 48 appuntamenti tra conferenze, workshop, spettacoli, performance, letture e laboratori per bambini e ragazzi.
Ospiti del festival, una sessantina tra relatori scienziati, scrittori, filosofi, artisti, poeti, attori, intellettuali italiani e stranieri chiamati a prendere per mano il pubblico e accompagnarlo sui sentieri più vari che percorrono la creatività.
Tra le novità di quest’anno la sezione approfonditaMente, una serie di incontri-lezioni-laboratori a numero chiuso, della durata di circa mezza giornata ciascuno. Alla base di questo progetto, il gioco di rimandi tra teoria, concetti, progettualità e realizzazione: un esperimento su un piano decisamente differente dalle lezioni accademiche così come dai corsi centrati sulle nozioni pratiche.
ApprofonditaMente è in controtendenza rispetto al panorama degli eventi culturali italiani nell’offrire incontri di vero approfondimento sui temi della fotografia, scrittura, design, botanica, cinema, filosofia, fumetto.

http://www.festivaldellamente.it/

LA CURA













Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perchè sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
perchè sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io so, che avrò cura di te

[Franco Battiato]

giovedì, luglio 05, 2007

MITO, SUONO, SCIENZA E MATERIA: «IN PRINCIPIO ERA IL VERBO»

IL MITO E LA RELIGIONE:
I miti dei popoli primitivi e le speculazioni cosmogoniche delle civiltà alte insegnano che il sostrato di tutti i fenomeni dell’universo è un elemento vibratorio e, specificatamente, acustico. La prima manifestazione sensibile della creazione è un suono che, secondo le tradizioni, emana dal tao, dall’abisso primordiale, da una caverna, da un singing ground, da un uovo fulgente, dal sole, dalla bocca spalancata di un dio o di uno strumento musicale che simboleggia il creatore. Questo suono emana dal vuoto nel quale si è formato un pensiero il quale fa vibrare il Nulla. Trasformandosi in monologo questo pensiero si riveste di un corpo ed è questo corpo sonoro che costituisce la prima manifestazione percettibile dell’Invisibile. […] Nel primo stadio della creazione la natura del mondo è dunque puramente acustica. Il creatore stesso non è che un canto, uno strumento musicale o una caverna che risuona, ed è assai probabile che la materializzazione dell’idea del creatore sotto specie di strumento musicale, di caverna, di corpo oppure soltanto di testa umana o animale sia soltanto una concessione al mito cui si voglia dare un carattere più concreto. In realtà il creatore è un essere puramente acustico, un canto o un grido, emesso probabilmente da una voce di testa che crea un mondo di suoni e di luce. L’apparizione della materia è un atto posteriore, reputato molto spesso uno stadio di decadenza. […]
Le tradizioni eurasiatiche ci dicono che gli dèi e i demoni non esitavano talvolta a fare un cattivo uso della forza del suono, ottenebrandola con la menzogna. La Tandhya Maha Upanishad riferisce che a causa di questa situazione insostenibile la parola un giorno fuggì, insieme agli dèi, andando ad allogarsi nelle acque e negli alberi, nei tamburi e nelle cetre. Ciò significa che una parte della forza sonora si rivestì di materia. […]
I primi uomini erano esseri sonori, luminosi e trasparenti che planavano sopra le acque, e soltanto a partire dal momento in cui cominciarono a posarsi sulla terra e a mangiare i frutti, i loro corpi divennero pesanti e opachi. Della loro natura sonora restò soltanto la voce. Ecco perché l’essenza di tutti gli esseri dotati della facoltà di emettere suoni si manifesta nella voce. […]
Il mondo fu creato da un suono iniziale che, uscendo dall’abisso primordiale, si rivestì di luce. A poco a poco una parte di questa luce sonora si convertì in materia. Ma la materializzazione non fu mai completa, perché in ogni oggetto continua a sussistere un residuo più o meno scarso della sostanza sonora da cui fu creato. (tratto da: Il significato della musica, Marius Schneider, SE)

LA SCIENZA:

Tutto ebbe inizio circa 15 miliardi di anni fa, con una immane esplosione, il Big Bang, talmente violenta e fragorosa da essere ancora oggi riconoscibile nella radiazione cosmica di fondo. Tutto, insomma, ebbe inizio da un suono primordiale.
“La materia è un materiale sonico diversamente orchestrato”. (Alfred Tomatis, “Ascoltare L'Universo”)
D'altronde, la materia in sé non è che un concentrato di vibrazioni tenuto in equilibrio da interazioni che agiscono sotto forma di atomi o di molecole: ogni atomo o molecola altro non è che la rappresentazione fisica di un fenomeno vibratorio, quindi sonico, più o meno complesso. Ciò che differenzia la luce dal suono è solo la velocità di propagazione - 300.000 km/sec e 340 m/sec - rispetto allo stesso ambiente.
“C'è un punto critico in cui l'energia diventa massa”, afferma la scienza mistica di Pietro Ubaldi. “Materia è energia, energia è materia”, afferma la scienza mistica di Albert Einstein. L'antica dottrina del Logos che crea mediante la Parola, afferma che la parola è vibrazione, e la vibrazione è ritmo, ritmo di crescita e di vita, che afferra la materia e la aggrega in un vortice a spirale. […]
(Tratto dal sito ecplanet.com)

giovedì, giugno 07, 2007

NASF3 - un pò di autopromozione (seconda parte)

Si è conclusa ieri la selezione dei racconti per il concorso di letteratura fantascientifica N.A.S.F. (Nuovi Autori Science Fiction) giunto ormai alla terza edizione.
Le opere dovevano essere inviate entro il 30 Aprile 2007 ed avere come tema una storia di fantascienza non superiore alle 20.000 battute (spazi inclusi), ambientata in uno dei seguenti scenari:
Robot: intesi anche come androidi, cyborg e ferraglia saldata.

Alien: qualunque storia coinvolgesse gli alieni e le loro interazioni con noi umani. Entrambi i temi erano liberamente interpretabili. Per la selezione finale, però, sono state agevolate le opere che contenenti omaggi e/o citazioni ad autori già famosi, ai loro personaggi o alle loro ambientazioni. I testi selezionati saranno inseriti nell’antologia cartacea N.A.S.F. 3 che uscirà orientativamente entro Giugno 2007. Il racconto vincitore sarà inoltre pubblicato sul primo numero disponibile di “Futuro Europa”, rivista edita dalla casa editrice Perseo.

Di seguito sono riportati gli autori dei racconti che faranno parte dell’antologia NASF3 “Robot Vs Alien”


Vincitore assoluto:

Simone Corà sezione Alien

Autori della sezione Robot:

Alessandro Conti, Andrea Laprovitera, Angela Catalini, Lorenzo Pedrazzi, Ettore Mariani, Giosué Cremonesi, Carlo Bramanti, Lorenzo Marchese, Marco Maria Sorge, Guido Marcelli, Alessandro Dalla Lana, Antonella Iacoli, Davis Fiore, Lucianna Ruggiero, Stefano Iatosti, Matteo Polloni, Bruno Giordano, Claudio Fallani, Gianluca Gendusa, Davide Di Candia, Giorgio Burello, Simone Conti, Claudio Zago, Filippo Skindrak, Luca Forgiarini, Riccardo Simone, Blond, Marco Cartello, Marco Iosa.

Autori della sezione Alien:

Michele Piccolino, Luigina Sgarro, Angelo Collina, Teresa Regna, Maria Galella, Biancamaria Massaro, Fabio Musati, Andrea Franceschin, Max Firinu, Matteo Mancini, Emanuele Natale, Ennio Cosenza, Francesco Troccoli, Jonathan Concas, Davide Piccirillo, Alberto Priora, Mauro Cancian



Le copertine delle due precedenti antologie di fantascienza N.A.S.F.1 "Nuovi viaggi, nuovi tempi, nuovi robot" e N.A.S.F.2 "Utopia, Distopia, Ucronia" a cura di Carlo Trotta, Massimo Baglione e Andrea Coco.

venerdì, giugno 01, 2007

Aforisma del giorno



Per ogni problema complesso, c'è sempre una soluzione semplice. Che è sbagliata.

[George Bernard Shaw]

microsoft surface

giovedì, maggio 24, 2007

Consigli...

«Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati , ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato. Canta. Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti. Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che cono sco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E' il più grande strumento che potrai mai avere. Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca. Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Ma accetta il consiglio... per questa volta.»


[Tratto da "The Big Kahuna", 2000, regia J. Swanbeck]

giovedì, maggio 10, 2007

domenica, aprile 29, 2007

Primi incontri













Dei nostri incontri ogni momento noi
festeggiavamo come epifania,
soli nell'universo tutto.
Tu piú ardita e lieve di un battito d'ala
su per la scala, come un capogiro
volavi sulla soglia, conducendomi
tra l'umido lillà, dentro il tuo regno
che sta dall'altra parte dello specchio.

Quando scesa la notte, a me la grazia
fu elargita, le porte dell'altare
si aprirono, nel buio prese luce
e lenta si chinò la tua nudità.

Sulla terra tutto fu trasfigurato,
anche le cose semplici - il catino,
la brocca - e tra noi di sentinella
stava l'acqua dura e stratiforme.

Chissà dove fummo sospinti,
dinanzi a noi s'aprivano miraggi
di città costruite per prodigio,
solo la menta si stendeva sotto i piedi
gli uccelli erano compagni di viaggio
i pesci balzavano dal fiume
il cielo si dispiegava ai nostri occhi.

Quando il destino seguiva i nostri passi
come un pazzo con il rasoio in mano.

[
Arsenij Aleksandrovic Tarkovskij]

sabato, aprile 28, 2007

Aforisma del giorno


"Tutti coloro che scrivono sono un po' matti. Il punto è rendere interessante questa follia."
[Francois Truffaut]


lunedì, aprile 23, 2007

Come arrivare da Roma a New York











Come arrivare da Roma a New York?
Semplicissimo!! Provate anche voi:

1. Aprite Google Maps
2. Cliccate su 'indicazioni stradali'
3. Digitate 'Roma' su indirizzo di partenza
4. Digitate 'New York' su indirizzo di arrivo

Seguite le indicazioni e mi raccomando non fatevi sfuggire il punto 46!!!

Sunshine - recensione


Studio 20th Century Fox
Regia Danny Boyle
Sceneggiatura Alex Garland
Cast Hiroyuki Sanada, Mark Strong, Benedict Wong, Cillian Murphy, Cliff Curtis, Michelle Yeoh, Troy Garity, Chris Evans, Rose Byrne
Genere Fantascienza - Thriller

S
inossi

Nell'anno 2057, il Sole sta morendo ed il genere umano rischia l'estinzione. L'ultima speranza della Terra è riposta nell'Icarus II, una navicella spaziale con un equipaggio di otto uomini e donne agli ordini del capitano Kaneda. La loro missione: trasportare un ordigno nucleare che dovrà ridar vita al Sole. Nel mezzo del loro lungo viaggio, senza un contatto radio con la Terra, l'equipaggio riceve un segnale di soccorso proveniente dall'Icarus I, che era scomparsa durante una missione analoga sette anni prima. Ma un terribile incidente mette in pericolo la loro missione e improvvisamente l'equipaggio si ritrova a dover lottare non solo per conservare la propria vita e la salute mentale, ma anche per il futuro di tutti noi.

Se, come me, vi aspettate un film di fantascienza intelligente come fu Solaris di Tarkovskij nel 1972 (rivisitato da Clooney e Sodembergh qualche anno fa), oppure il bellissimo 2001 odissea nello spazio di Kubrick nel 1968, non andate a vedere questo film.

Se è vero che la regia è curatissima, tanto da trarre in inganno l’ignaro spettatore che già vede nell’inquadrature interne dell’astronave Icarus II tracce di 2001, e negli astronauti che osservano il sole la poesia presente in Solaris, è altrettanto vero che in queste scene saranno gli unici momenti lirici del film e che il lato metafisico del racconto è solamente accennato.
La prima parte è ben fatta e riesce a trasmettere in modo efficace il senso di infinitamente bello, al tempo stesso di ignoto ed inquietante, che nello spazio è insito.
Pur non mancando i temi: il conflitto tra scienza e fede e tra l’uomo e i suoi limiti (Icarus, come Icaro, l’uomo che sfidò gli Dèi provando a volare verso il Sole e finì per venire punito), manca un messaggio. Il film procede con una serie di impicci e accadimenti che sfociano nel thriller fantascientifico caro agli americani lasciando in realtà sospeso ciò che Boyle si prefiggeva all’inizio: ossia dare un senso più profondo alla vicenda.
Peccato, perché Danny Boyle (Trainspotting, 28 giorni dopo) si riconferma un regista comunque interessante e degno di nota e anche questo film, nonostante non rispecchi le aspettative di un pubblico più esigente, è sicuramente sopra la media dei film di fantascienza attuali.



domenica, aprile 22, 2007

Fabbrica Europa

Ancora pochi giorni e alla Stazione Leopolda di Firenze si terrà la XIV edizione di Fabbrica Europa. Come negli anni passati si confronteranno le forme d'arte contemporanea provenienti da tutto il mondo. La manifestazione avrà inizio sabato 28 aprile e si protrarrà fino a sabato 26 maggio 2007.


CLICCA QUA PER LEGGERE IL PROGRAMMA


Red right hand - Nick Cave & the bad seeds.

venerdì, aprile 13, 2007

Citazioni da film

"Ezechiele, 25:17.
Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!"

[Pulp Fiction - Jules Winnfield]


Sunshine, dal 20 aprile al cinema

giovedì, aprile 12, 2007

Esce in America Grindhouse il nuovo film di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez


E’ uscito nelle sale venerdì 6 aprile e la critica americana lo ha accolto con molto entusiasmo, così come il pubblico. La media dei voti della critica è un bel un B+.

Ecco alcuni commenti:

E! Online: se il trailer vi ha convinto, il film non vi deluderà. (A-)
Hollywood Reporter: come ogni doppia programmazione dei disgustosi, shockanti, perversi film-exploitation d'un tempo, uno è meglio dell'altro. (B)
Rolling Stone: "Tarantino and Rodriguez rock it." (A-)
San Francisco Chronicle: il segmento di Rodriguez è terrificante; quello di Tarantino troppo verboso e puerile. (B)
E c'è anche una piccola stroncatura del Seattle Post-Intelligencer che dà C+ perchè l'azione è esasperata fino al ridicolo e all'eccesso.


Ma l’eccesso è proprio quello esasperato del genere Grindhouse pieno di sesso e violenza, al quale il titolo stesso fa riferimento, in voga nel cinema americano anni settanta e ottanta di cui Tarantino è un appassionato cultore. Il film è quindi pieno di citazioni agli horror, ai sexploitation dell’epoca e ai double bill features, ovvero quegli spettacoli cinematografici che permettevano di assistere a due film con il prezzo di un solo biglietto. Questo a cominciare dalla struttura: Grindhouse infatti si divide in due episodi di 90 minuti ciascuno, più cinque fake trailers, ovvero trailers di film inesistenti creati per intervallare un episodio dall’altro proprio come avveniva nelle vecchie sale cinematografiche del genere.


La prima sceneggiatura è intitolata Planet terror ed è diretta da Robert Rodriguez:

In questo episodio William e Dakota Block, due dottori sposati che lavorano in ospedale, si trovano improvvisamente a fronteggiare una terribile orda di “sickos” (una sorta di zombi), esseri un tempo umani e ora ricoperti da terribili piaghe purulente, sguardo assente e istinti aggressivi.
Nella loro battaglia contro questi mostri non saranno soli: presto li raggiungeranno alcuni esponenti della forza di polizia locale e anche Cherry, una ballerina da locali notturni che ha perso la gamba durante un attacco dei sickos e l’ha sostituita con una mitragliatrice.
Sarà proprio l’indomita Cherry a guidare il gruppo dei sopravvissuti in una disperata quanto feroce lotta contro le orde degli infetti!


fake trailers sono veri e propri mini-film con impatto non certamente minore rispetto ai due episodi principali, diretti da grandi nomi del genere:

Cowgirls in Sweden: diretto da Quentin Tarantino, si riallaccia alla tradizione del sexploitation.
They call him Machete: diretto da Robert Rodriguez con il carismatico Danny Trejo nella parte del pericolosissimo Machete.
Thanksgiving: diretto da Eli Roth.
Werewolf Women of the SS: diretto da Rob Zombie, sembra essere il più promettente di tutti, con un Nicolas Cage nel ruolo di Fu Manchu che, durante la Seconda Guerra Mondiale, cerca di creare in laboratorio una donna licantropo da mettere al servizio del Reich.
Cameo da parte di Udo Kier, Sheri Moon e Bill Moseley!
A questi si aggiunge un filmato diretto da EdgarAlba dei morti dementiWright, abbastanza da richiamare in sala ogni tipologia di fan horror!


Il secondo episodio diretto da Quentin Tarantino è intitolato Death proof:

Alcune splendide ragazze (Jungle Julia, Arlene e Shanna) che, durante una loro notte di festeggiamenti fra locali quali il Guero’s e il Texas Chili Parlor, verranno inseguite e perseguitate da un misterioso maniaco, Stuntman Mike, dal volto segnato da cicatrici e alla guida di una possente Chevrolet Nova.

Nel cast Kurt Russell nei panni di Stuntman Mike (ma la prima opzione era Mickey Rourke) a Rose McGowan che torna anche in questo segmento, da Rosario Dawson (Sin City) a Vanessa Ferlito, da Eli Roth a Michael Parks.


In Italia, oltre a essere ancora sconosciuta la data di uscita, si vocifera su una possibile frammentazione in due parti del film per l’eccessiva durata, proprio come avvenne per Kill Bill.


Fonti:

Grindhouse, sito ufficiale del film

Mal-pertuis blog

Cineblog


sabato, aprile 07, 2007

mercoledì, aprile 04, 2007

Citazioni da film



«C'è un filo sottilissimo che separa il genio dalla follia e Barbagli era pazzo... ma per un pelo..»

[Corrado Guzzanti, Fascisti su Marte]

martedì, aprile 03, 2007

TEST SUI TIPI PSICOLOGICI DI C.G.JUNG


Il test Tipi Psicologici punta a identificare vari tipi di personalità. Si basa sulla teoria dei tipi psicologici di C G Jung. E’ simile, nella sua impostazione, ad altri test che partono dalla medesima teoria junghiana. Per esempio i test di Singer-Loomis, di Keirsy e il Myers-Briggs Type Indicator (MBTI) che rappresenta il riferimento scientifico più noto in questo campo.
Il questionario è composto da 68 domande. Non ci sono risposte giuste o sbagliate. Devi soltanto indicare le tue preferenze. Se non riesci a rispondere ad una domanda puoi saltarla anche se è preferibile cercare di non farlo (in caso di risposte incomplete, il sistema propone delle domande aggiuntive qualora dovesse avere difficoltà a definire il tuo profilo). La finalità del test è di darti una indicazione sul tuo profilo psicologico. È un contributo all’individuazione dei tuoi punti di forza e di debolezza, a una miglior valutazione dei ruoli professionali che puoi ricoprire e a una comprensione più approfondita di come gli altri vedono il mondo.

Per iniziare il test CLICCA QUA
Per approfondimenti sui tipi psicologici di Jung CLICCA QUA
Per conoscere tutti i 16 tipi psicologici CLICCA QUA

[fonte: www.altamira.it]


dafank's playlist

Feeling good (dafank's mix)

durata: 5':34"
anno: 2004
genere: chill out
[contiene samples di "Feeling good" di Nina Simone, "Gettin' into it" di Sylk 130 ft. King Britt, "New love" di Sylk 130 ft. King Britt, "Rise and vibe" di King Britt e Obafunke, "Observation #3" di King Britt e Obafunke]






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The promise land (still waiting for you)


durata: 5':09"
anno: 2004
genere: chill house
[dafank: chitarra elettrica, tastiere, mix - Marco Zenzocchi: basso - contiene samples di "Wish you on a star" di Paul Weller, "Hole in a bucket" di Spearhead]





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