domenica, settembre 21, 2008

La fine dei giorni - Alessandro De Roma - [Il Maestrale]



Cupo e allegorico, il secondo romanzo di De Roma, dopo l`interessante esordio di Vita e morte di Ludovico Lauter e` ambientato in una Torino reale eppure immaginifica: nel condominio dell'insegnante Giovanni Ceresa sparisce l'anziano signor Baratti, ma nessuno pare interessarsi alla cosa. Qualcuno, addirittura, arriva a mettere in dubbio l`esistenza stessa di Baratti. Ma quando cominciano a sparire altri anziani, e tutta la citta` pare impazzire dietro a una delirante caccia all`uomo, il vecchio Giovanni Ceresa non puo` piu` esimersi dal tentativo di indagare sul senso della propria vita e di quello che sta accadendo.



Felice Cimatti incontra Alessandro De Roma.


Questo e` un libro particolare, che affronta un genere poco praticato in Italia soprattutto dagli scrittori piu` giovani. Possiamo dire che si tratta di un libro di fantascienza?

Si`, senz`altro. E di quel filone particolare di fantascienza che va sotto il nome di distopia. Un genere il cui grande modello resta Orwell, con il suo 1984.

"La fine di giorni" vuole raccontare un possibile futuro del nostro Paese, remoto ma non troppo; certamente molto cupo. Perche` ha scelto Torino come scenario?

Quando ho scritto questo libro vivevo a Torino, dove facevo il professore di storia e filosofia in un liceo. Proprio come il protagonista del romanzo. In generale amo ambientare i romanzi nei posti che conosco. In particolare, in La fine dei giorni i luoghi sono importanti perche` il protagonista cammmina molto. Torino ha strade lunghissime, spesso molto dritte. Le passeggiate del protagonista erano per me elementi centrali della trama. Quindi Torino diventava la citta` perfetta, da questo punto di vista.

Uno dei temi e` il passato, la memoria. Che succede alla memoria dei suoi personaggi?

Il protagonista si accorge di avere perdite di memoria, di faticare a mantenere il contatto con la realta`. C`e` una specie di forza che lo spinge a lottare contro questa apatia, nonostante le persone intorno a lui non sembrano accorgersi di niente - nemmeno del fatto che in citta` cominciano a sparire delle persone anziane. Rispetto a loro il protagonista sa, se non altro, di avere questo problema. E comincia a scrivere un diario come forma di resistenza.

Nessun commento: