giovedì, agosto 31, 2006

Vinile: "In the Court of the Crimson King", King Crimson (Island 1969)

Siamo al cospetto di uno dei debutti discografici più eclatanti dell’intera storia del Rock, sia come musica che come rappresentazione visiva del disco. Mai un grido lanciato da un volto così grottesco, come quello rappresentato dalle matite di Barry Godber, artista della Chelsea Art School, è stato così azzeccato e profetico. Questo è l’uomo schizoide del ventunesimo secolo, importunato dall’avidità del denaro fino ridurlo alla pazzia. La salvezza sta fra le braccia del mostruoso Re Cremisi, che ci accoglie con volto rassicurante all’interno dell’ LP apribile (gatefold) e nel brano “Moonchild”. Nel febbraio del 1970, a soli ventisei anni, purtroppo Godber muore per un attacco di cuore. Non ci sono titoli tantomeno nomi del gruppo, davanti o dietro la copertina e questo dona ancora più fascino al prodotto, ma è la musica a colpire di più.

“21st Century Schizoid Man", apre il disco con violenza, la voce è filtrata (copiata in seguito da moltissimi altri gruppi come ad esempio dagli americani Spock’s Beard in “The Light”), con chitarra e sax in un turbinio di cambi di tempo ed emozioni. Ci pensa "I Talk To The Wind" ad immergerci in altre atmosfere, quelle più romantiche e rilassate dettate dal flauto di McDonald. Questa e la successiva ed epica "Epitaph" sono gia due classici del gruppo. Il Mellotron sgorga abbondante e lega alla perfezione con la voce di Lake. La febbrile voglia di ricerca si dimostra più marcata nel lato B del disco, "Moonchild" è uno dei primi veri e propri brani Progressive nel vero senso della parola. L’uomo del ventunesimo secolo fugge dunque dalle sue fobie e va a ripararsi nel mondo fatto di sogni, illusioni e delicate melodie del Re Cremisi, mai un debutto sonoro fu così coraggioso e pretenzioso, ma il pubblico inglese accoglie con entusiasmo questo nuovo stile sonoro regalando al quintetto il quinto posto nelle classifiche di vendite. Una leggenda.

Nessun commento: