
“21st Century Schizoid Man", apre il disco con violenza, la voce è filtrata (copiata in seguito da moltissimi altri gruppi come ad esempio dagli americani Spock’s Beard in “The Light”), con chitarra e sax in un turbinio di cambi di tempo ed emozioni. Ci pensa "I Talk To The Wind" ad immergerci in altre atmosfere, quelle più romantiche e rilassate dettate dal flauto di McDonald. Questa e la successiva ed epica "Epitaph" sono gia due classici del gruppo. Il Mellotron sgorga abbondante e lega alla perfezione con la voce di Lake. La febbrile voglia di ricerca si dimostra più marcata nel lato B del disco, "Moonchild" è uno dei primi veri e propri brani Progressive nel vero senso della parola. L’uomo del ventunesimo secolo fugge dunque dalle sue fobie e va a ripararsi nel mondo fatto di sogni, illusioni e delicate melodie del Re Cremisi, mai un debutto sonoro fu così coraggioso e pretenzioso, ma il pubblico inglese accoglie con entusiasmo questo nuovo stile sonoro regalando al quintetto il quinto posto nelle classifiche di vendite. Una leggenda.
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